Assunta Altieri

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Storie che interrogano e lasciano il segno.

Io sono Hotel Garibaldi

2025-03-04 22:06

Assunta Altieri

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Io sono Hotel Garibaldi

Un'ode all'immobilità e alla complessità di esistenze che si intrecciano nell'ombra eppure splendono di una luce propria.

Titolo:      Io sono Hotel Garibaldi

Autrice:  Marco Proietti Mancini

Editore:  Enseble Edizioni

 

Nelle intricate trame del destino umano, a volte emergono storie che, come una sinfonia nascosta tra le pieghe del tempo, riescono a svelare il mistero dell'anima e la profondità delle vite. "Io sono Hotel Garibaldi" di Marco Proietti Mancini, Enseble Edizioni, è una di queste storie, un'ode all'immobilità e alla complessità di esistenze che si intrecciano nell'ombra eppure splendono di una luce propria.
 

Napoli, città d'arte e di contraddizioni, si erge come sfondo a un mondo dicotomico all'interno dell'Hotel Garibaldi: da un lato, le sontuose stanze ospitano i clienti abbienti, immersi nel lusso delle suite; dall'altro, nell'ombra del sottotetto, risiedono cameriere e camerieri, anima silente del luogo, che si muovono a passi attutiti, avvolti nel conforto delle pantofole in feltro per risparmiare il minimo disturbo agli ospiti.

Nelle pagine di questo libro, Otello – ribattezzato Hotello e poi Hotel – nasce, cresce e vive tutta la sua vita nella parte nascosta del Garibaldi, e in lui si incarna l'anima stessa di questo luogo, uno spazio che è più di un semplice albergo, è un organismo vivente in cui il tempo scorre in armonia con le storie nascoste.

«Un hotel è un universo che vive di vita propria, giorno dopo giorno muta, si trasforma, come se le cose dentro si spostassero e per questo cambiassero forma. È come un organismo che non rimane mai uguale. Quello era per me l'hotel Garibaldi, un grande corpo vivente di cui io facevo parte, come una cellula, un microorganismo che si era aggiunto a quelli che già avevano dentro, che proteggeva e che a loro volta lo proteggevano dall'interno, mandandolo avanti, tenendolo in ordine e pulito, facendolo funzionare in ogni istante e in ogni posto.»

"Io sono Hotel Garibaldi" è una meditazione sulla relazione tra spazio e identità. Otello, confinato all'interno delle mura dell'hotel, si interroga sulla natura del suo essere e dell'essere umano stesso. Vivere in quel luogo e conoscerlo profondamente è il suo dono e la sua maledizione.

«Non ero felice. Non ero infelice. Anche la felicità e l'infelicità per essere confrontate le devi conoscere. Il coraggio, la paura. La fede in Dio di alcuni, la convinzione di altri che non esistesse nessun Dio. Nascere e crescere in un mondo piccolo, chiuso, ti permette di vivere senza altri bisogni che quelli delle abitudini quotidiane, ti permette di sopravvivere senza bisogno di emozioni, di passioni forti e brucianti.»

Attraverso i libri e gli insegnamenti di Angelo, il suo mentore, esplora mondi lontani senza mai varcare la soglia dell'hotel che è la sua prigione dorata. L'interiorità di Otello si sviluppa in una danza eterea di pensieri, domande e riflessioni:

«Quanto c'era da vedere, da conoscere, oltre le migliaia di pagine di libri che leggevo? Pochi minuti appena su una terrazza e tante cose avevano preso forma, erano diventate realtà da vedere. Napoli, i suoi palazzi, le dimensioni, le strade che scendevano al mare, il mare, il cielo. Il Vesuvio

Quanto è importante conoscere il mondo oltre le mura in cui siamo confinati? Che valore ha la conoscenza quando si vive in un luogo che contiene tutto ciò di cui si ha bisogno? In un mondo che corre veloce, in cui l'esperienza è virtualizzata e la connessione con la realtà è sbiadita, le parole di Otello ci costringono a interrogarci su ciò che davvero conta.

L'autore, con uno stile delicato eppure incisivo, ci conduce attraverso i meandri dell'hotel Garibaldi, esaltandone la metamorfosi costante, quasi biologica. L'hotel diventa un organismo che respira, che si adatta e muta, un simbolo tangibile dell'effimero nella permanenza. La proseguente dialettica tra l'immobilità di Otello e l'incessante cambiamento dell'hotel, offre spunti di meditazione su cosa renda veramente solide le nostre vite e cosa le renda fuggevoli come l'eco di un pensiero.

Marco Proietti Mancini cattura l'essenza di una vita a ritmo lento, scolpita da routine e ossessionata da un passato concreto, eppure capace di intessere relazioni profonde, anche se invisibili agli occhi esterni. Le parole di Otello sono la poesia della quiete; una quiete che profuma di passato, di presente e di un futuro che resta sospeso come le note di una melodia inespressa.

"Io sono Hotel Garibaldi" è un viaggio nel microcosmo di un individuo, in un mondo chiuso che si schiude in pensieri ampi come il cielo sopra Napoli. È un invito a riflettere sulle contraddizioni dell'esistenza e sulla forza intrinseca dell'immobilità. In un'epoca in cui la frenesia ci spinge verso l'esterno, questo libro si erge come una risposta contemplativa, un richiamo a guardare dentro, dove spesso ciò che sembra statico è in realtà pieno di movimento, dove ciò che sembra piccolo può contenere un universo intero.

Rifugiarsi nelle parole di "Io sono Hotel Garibaldi" significa immergersi in un viaggio dell'anima, un viaggio che abbraccia il tempo e lo spazio, e che trasforma un luogo in un'identità, un'identità in una storia, e una storia in un'eternità silente.

Buona Lettura