Assunta Altieri

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Storie che interrogano e lasciano il segno.

Mezzo giro di velluto

2025-03-04 21:50

Assunta Altieri

Recensioni, sardegna, emozioni, librerie-magiche, tradizioni,

Mezzo giro di velluto

In Mezzo giro di velluto, la tradizione incontra l'innovazione e la morte inciampa nella vita.

Titolo:      Mezzo giro di velluto

Autore:    Mirco Cogotti

Editore:   Edizioni Effetto


La mattina della mia morte, il postino sorprese Lia nella visione quotidiana delle telenovelas della quarta rete... (...)

Il cielo era diventato rosso fin dalla notte precedente. Poi lo scirocco aveva iniziato a soffiare violento e le sue fastidiose polveri avevano invaso tutta la casa.

I suoi fischi si confusero con il clacson del postino per qualche istante prima che Lia potesse distinguerne il suono e uscire a recuperare la corrispondenza. 

 

Cosa conterrà la busta gialla indirizzata a Ciccitta Lampis, nonna di Lia, madre di Ruth, Noemi ed Ester Lampis, temuta bruscia (strega, maga) di Santa Gisa e voce narrante di questa storia di tradizione, innovazione, magia, attualità?  

 

A Santa Gisa, una cittadina immaginaria del Sulcis in Sardegna, in un'atmosfera e con personaggi dichiaratamente ispirati a Canne al Vento di Grazia Deledda, si svolge l'intricata storia di Mezzo giro di velluto.

 

Tutto ha inizio con la morte di Ciccitta che lascia le figlie e la nipote in condizioni economiche difficili. L'unica soluzione è la vendita del numero venti, un edificio di proprietà della defunta bruscia, dove Ruth aveva esercitato la sua abile arte di sarta, realizzando i meravigliosi abiti della tradizione sangisese, prima di giurare di non cucire mai più, a seguito della sorte del figlio quindicenne Alessandro, morto suicida. 

Al momento della morte di Ciccitta Lampis, il numero venti è abbandonato ed ha la nomea di essere un posto maledetto, anche per la sua vicinanza a sa domu de sa stria (la casa della strega). Vendere l'edificio pare essere la soluzione migliore. A stravolgere i piani di Lia e della sua famiglia, ma anche di tutta Santa Gisa, è l'arrivo in paese di un singolare personaggio, Giorgio Albert, che sventolando un contratto di affitto del numero venti, nello stupore e scetticismo di tutto il paese, apre una libreria.

 

Ha senso aprire una libreria in un luogo dove nessuno legge? 

No, se le logiche sono unicamente quelle del marketing e della compravendita di un prodotto. Sì, se quel che guida è la passione per la lettura e il bisogno che Giorgio Albert ha di condividere la bellezza salvifica dei libri.

 

In ogni pagina si avverte la passione di Giorgio Albert, e dell'autore, per i libri che sono i veri maghi di Santa Gisa perché rendono coscienti e consapevoli della realtà e sottraggono le menti da pregiudizi e condizionamenti. 

 

Una libreria non deve essere un luogo lontano dal quotidiano dei suoi lettori, ma una vicina evasione.  (...) Nelle geografie di una libreria ognuno ha il proprio modo di orientarsi. Trova il tuo e sarà tutto più facile. 

 

In Mezzo giro di velluto, la tradizione incontra l'innovazione; la morte inciampa nella vita; i tessuti si trasformano in abiti preziosi, desiderati, voluti e perfino trafugati; i libri ritornano; i misteri rivelano le grandezze e le pochezze degli esseri umani. 

 

La comunità ha un valore enorme, essenziale, creativo, evolutivo. Perché solo insieme si possono sconfiggere i mostri. Quelli veri, creati dalla paura e dall'odio verso chi è diverso, sconosciuto, forestiero, non quelli che, forse, si nascondono in sa domu de sastria

 

Buona lettura.